Annata 2012

D

Come già molte volte accaduto nell’ultimo decennio le riflessioni di fine anno sulla vendemmia in questo caso 2012 sono fortemente influenzate dalle bizzarrie meteoriche dell’ultima stagione.
L’autunno inverno 2011-2012 è stato caratterizzato da una sostanziale carenza di piogge, particolarmente evidente in Toscana, interrotta dalla parentesi di febbraio delle abbondanti nevicate soprattutto in Romagna.
E così l’avvio della primavera si è presentato in molte zone con modeste riserve idriche di profondità (laddove le nevicate sono state modeste) mentre nell’entroterra romagnolo, dove le nevicate sono arrivate copiose, alla serenità di approvvigionamento idrico hanno fatto da contraltare i numerosi danni lasciati ai fabbricati ed alle strutture portanti dei vigneti dal peso della neve e dal freddo.
La primavera e l’avvio dell’estate sono stati caratterizzati da condizioni meteo caldo-miti, asciutte e poco piovose che hanno in generale semplificato notevolmente il controllo delle avversità (funghi ed insetti) ed hanno indotto nella vite una risposta vegetativa controllata, con pareti fogliari contenute e pochi ricacci di femminelle.
L’avvio dell’invaiatura, tendenzialmente anticipato, si è contraddistinto anche per il susseguirsi in sequenza degli anticicloni africani che si sono ripetuti numerosi (ben 8 in poco più di 2 mesi) fino alla maturazione, sostituendo i miti e mediterranei anticicloni delle Azzorre.
Le condizioni di maturazione, caratterizzate da modeste riserve idriche nel suolo, forti e prolungate aggressioni di caldo e ridotte escursioni termiche fra il giorno e la notte  hanno reso simile l’annata 2012 alle torride 2003 e 2007, con accumuli di zuccheri repentini, forti rischi di ustione dei grappoli, ridotto tempo per raggiungere la maturità fenolica e forte rischio di perdita degli aromi primari.
C’è comunque da segnalare come la vegetazione primaverile, molto meno espansa di quanto avvenuto nel 2007 (nel comunque caldo 2011)  ed anche nel 2003 ha consentito alla vite di difendersi meglio dagli eccessi di evapotraspirazione normalmente associati alla calure estive di post invaiatura.
Alla raccolta, laddove siamo assieme riusciti ad interpretare al meglio il migliore momento di vendemmia e le collaterali tecniche agronomiche per contenere gli effetti del caldo, si è giunti con uve in condizioni più che accettabili, di buona concentrazione e profondità malgrado l’anticipo di raccolta. Resta comunque la ferita aperta delle basse produzioni dei vigneti e delle basse rese in cantina che frequentemente hanno raggiunto e superato il 30% soprattutto in collina e nelle aree non irrigue.
Le riflessioni di questo fine anno sono volte al pensiero che nell’ultimo decennio (2002 – 2012) si sono susseguite ben 3 annate torride (2003 – 2007 e 2012), 2 calde (2009 – 2011), 3 umide (2002 – 2005 e 2010) e solo 3 di ottimi equilibri (2004 – 2006 e 2008) . Rispetto al passato la presa di coscienza che le annate difficili una volta erano solo quelle umide mentre attualmente il maggior rischio è rappresentato dagli eccessi di caldo ormai rappresentante il 50% delle annate.
Da tali considerazioni proseguiremo nella pianificazione assieme a voi di come gestire al meglio i vigneti per gestire anche tali evenienze sulle quali stiamo assieme accumulando esperienza e sviluppando nuove tecniche agronomiche di protezione.
Augurandoci buon anno e buon lavoro, rinnovo a tutti voi ed alle vostre famiglie i miei più cordiali auspici
Sant’Agata 31/12/2012

Francesco Bordini