Annata 2011

C

La stagione 2011 è partita all’insegna della precocità e velocità vegetativa, quale conseguenza di una buona dotazione idrica iniziale e di un fine inverno-avvio primavera piuttosto caldi.
Già di per sé un avvio vegetativo così prorompete era presagio di una stagione difficile, caratterizzata da eccessi, ed in effetti tutti i successivi mesi sono stati all’insegna dell’alternanza e della ciclicità, con periodi caldi frapposti a lunghi periodi freddi ed umidi, anche con alcune imponenti grandinate (oltrepò).
L’invaiatura si è articolata anch’essa all’insegna dell’alternanza: partita nel freddo ed atipico luglio e poi conclusasi nel corso di un agosto siccitoso, molto caldo, in molti casi aggravato dall’assenza di escursioni termiche e da un forte e continuo vento caldo-disidratante. E’ stato questo il momento cruciale dell’ultima vendemmia, con la radice della vite chiamata alla dura prova di comportarsi da “pompa in un pozzo arso”.
Tali condizioni hanno particolarmente colpito areali come la Maremma, e più in generale la prima fascia collinare, fra i 50 ed i 300 m slm, “risparmiando” la spesso irrigua pianura e la più fresca alta collina.
In queste condizioni, in cui in pochissimo tempo la vite è entrata in stress perdendo irrimediabilmente le foglie, è risultata vincente la corretta tecnica agronomica ed una altrettanto pronta e tempestiva esecuzione delle operazioni colturali, poiché solo esse garantendo il migliore equilibrio vegeto-produttivo hanno potuto limitare i danni di una stagione così stressante.
In particolare, oltre ai determinanti caratteri di portainnesto, clone ed orientamento dei filari, hanno giocato un ruolo fondamentale il giusto tempismo negli sfalci dell’erba, la nutrizione, le oculate (e scarse) cimature e sfogliature, i razionali e pronti diradi, l’oculata scelta del momento di raccolta.
I vini bianchi 2011, ed in particolare gli autoctoni albana, rebola, famoso e vermentino, sono sorprendentemente interessanti, aromaticamente avvantaggiatisi dalle escursioni termiche di luglio e conservativi in struttura ed acidità. I vitigni a bacca bianca, di origine francese ed in particolare i precoci, sono risultati interessanti solo nei luoghi di maggiore vocazione territoriale
Molto più variabile la condizione dei vini rossi, in generale sostenuti da buone acidità, ma in cui appare molto netta la differenza fra le vigne ed i vitigni raccolti precocemente ed in fretta (spesso segnati dalla perdita di foglie, scottature dei grappoli e scarsa qualità dei tannini) da quelli che sono riusciti a superare lo stress agostano avvantaggiandosi di un settembre ed ottobre ritornati equilibrati.
Condividiamo con Voi l’apprensione per questo autunno-inverno “caldo” sia dal punto di vista climatico (segnato da una diffusa carenza di precipitazioni) che economico,con una prospettiva di mercato difficile a cui siamo tenuti a rispondere con nuova volontà per interpretare al meglio ed in fretta esigenze economiche e tendenze.
Vive cordialità

Remigio e Francesco Bordini