Noi siamo quelli che operano non in un ambiente ‘condizionato’ ma in ‘aria aperta’, in diretto contatto con la natura, con tutte le sue molteplici variabili.
All’interno di questa osservazione, il ’bello’ è che noi, con ogni nostra conoscenza, abilità e strategia, dobbiamo ricavare, ogni anno, un prodotto eccellente, sempre più ricco, completo e territoriale, da offrire alla clientela sempre più preparata ed aspirante.
Più volte, sentendoci, ci siamo nel contempo rattristati ma anche auto-elogiati, per la nostra capacità di riuscire, aggiungendo così ogni anno quel capitolo di esperienza in più.
Trascorsi alcuni anni in cui è prevalsa la siccità, abbiamo vissuto il 2008 come annata quasi perfetta, poi, successivamente, in un crescendo di acqua (nelle sue varie forme), fino a questo particolare 2010, con le grandi battaglie della primavera-estate per contrastare i patogeni (sono risultate vincenti la costanza e la tempistica) e quelle dell’autunno per organizzare e scegliere il momento ideale per il raccolto (oltre a costanza e tempistica è stato premiato il coraggio per l’attesa).
Va altresì ricordato come l’annata 2010, oltre che dall’abbondanza di piogge, è stata caratterizzata dalle basse temperature (tradottesi in basse sommatorie termiche) che, seppur avendo favorito l’aromaticità dei bianchi ha rallentato ed indebolito l’evoluzione-maturazione delle bucce delle uve nere. In sintesi il processo di maturazione è apparso in un primo tempo irraggiungibile poi, tutto sommato, nel giusto tempismo delle annate più fresche.
Nel merito della quantità il risultato, fatto salvo per le patologie, è stato medio-buono.
Sul piano qualitativo l’annata verrà ricordata come media, come sempre anche con punte di eccellenza, ma soprattutto con la generalizzata e sospirata opportunità di caratterizzare i vini con alcuni canoni fortemente richiesti dal mercato quali la minore gradazione alcolica, il migliore equilibrio tra potenza ed eleganza, la buona e costante acidità.
Vive cordialità
Remigio e Francesco Bordini