Annata 2009

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Finalmente l’annata 2009 è iniziata, in contro tendenza rispetto alle precedenti, con buone riserve idriche anche in profondità grazie alle provvidenziali piogge e neve dell’autunno e dell’inverno. Le piogge sono proseguite tutto sommato ben cadenziate per tutto l’avvio vegetativo fino all’invaiatura. Le temperature sono state anch’esse nella norma fatto salvo alcuni eccessi associati all’evento della siccità dalla seconda decade di agosto.

Nella norma i patogeni con una presenza sotto alla media della tignoletta con particolare riferimento nelle aree collinari medio-alte.

In questo contesto l’andamento della maturazione è proceduto mediamente in equilibrio con le seguenti specificità:

– La vendemmia delle uve nere si è avviata inizialmente con leggero anticipo, gradualmente rientrato a vendemmia inoltrata, concludendosi con progressivi ritardi specie negli ambienti in cui alla siccità si sono associati periodi prolungatamente caldi. In questo contesto degni di nota gli ottimi risultati raggiunti con i vitigni tardivi ed in particolare coi Sangiovesi in alcuni casi raccolti a fine ottobre. La generosità delle bucce ha qui consentito lunghissime macerazioni.

– Per le uve bianche l’andamento delle temperature nel centro – nord, più caldo e con meno escursione termica del 2008 , ha consentito l’ottenimento di buoni prodotti ma con “minor carattere” ed acidità dell’annata precedente.

– I vitigni idonei alla vendemmia tardiva hanno faticato a trovare le giuste condizioni di attacco ed interazione con la muffa nobile rendendo così rari i buoni risultati. Per quanto riguarda l’ambito quantitativo complessivamente si può esprimere un giudizio positivo, registrando come forse unica vera eccezione quella dell’areale dell’oltrepò pavese per Bonarda-Croatina che hanno registrato una annata avara.

Dal punto di vista qualitativo l’annata 2009 come il 2008 sarà ricordata come annata di buoni – ottimi prodotti. Nel 2009 comunque minore la frequenza dei prodotti di qualità eccelsa poiché l’andamento stagionale più caldo ha “appiattito” la tipicità territoriale di molti prodotti. Si può quindi dire che il 2009 ha premiato le “vere” vocazionalità territoriali unitamente alle corrette scelte imprenditoriali di impianto (giusti vitigni nei giusti ambienti ed esposizioni) e di gestione. Da registrare ancora una volta l’apporto qualitativo dell’alta densità quale strumento per affrontare le diverse stagionalità.

In ultimo, ma non certo per importanza, il 2009 sarà anche ricordato per la difficoltà economica che ha investito anche il nostro settore. Da parte nostra l’auspicio che i grandi sforzi umani unitamente all’amore per il lavoro che accumuna chi vive il mondo della vite e del vino consenta di superare questo difficile periodo.

Remigio e Francesco Bordini